Carnage, ovvero Homo homini lupus. Carnage è una claustrofobica commedia in cui due coppie si trovano a confrontarsi in merito ad una rissa che vede protagonisti i propri figli. L’atmosfera dell’incontro, dapprima civile, si surriscalda e, nell’aria viziata dell’unica stanza in cui è ambientato il film, si scatena una guerra fatta di alleanze che si sfaldano e si ricreano incrociate, per culminare in una orgia di rancori e accuse reciproche, tali da far impallidire persino il buon vecchio Hobbes.
Se avete voglia di distendervi e magari rilassarvi per concedervi sereni alle braccia di Morfeo, allora non lo guardate. Se cercate un lieto fine, o magari vi accontentereste di una fine, o avete voglia di cullarvi nei buoni sentimenti, fate altro. Se cercate interminati spazi e profondissima quiete, avete proprio toppato. L’elettricità statica è l’accumulo localizzato di cariche elettriche: ecco, Carnage è così. Nella stasi delle mura domestiche si scatena una tempesta d’aria emozionale, i cui fulmini sono le tragicomiche tensioni, ad altissimo voltaggio, dei protagonisti. Intrappolandoli fisicamente in un salotto ed esistenzialmente nelle loro vite, questa ironica, brillante, amara commedia scava, a volte con le unghie, nelle vite del personaggi.
Vari i temi affrontati: i rapporti di coppia, l’educazione dei figli, l’impegno sociale…ma, il grande tema che Polanski indaga è lo iato “tra essere” e “voler essere”: come fossero due note che suonano in contemporanea all’interno di ogni persona, questi due aspetti possono essere in armonia, e formare così un accordo melodioso, oppure essere dissonanti e, come uno strumento scordato, dare luogo a cacofonie stonate. Vittime di se stessi, i personaggi faranno risuonare i propri accordi stonati in quell’unica stanza: ne uscirà una sinfonia stridente, capace di mettere a disagio il pubblico più distaccato. Continua a leggere